RIECCOLA LA QUESTIONE DELLE QUESTIONI
Aspettate, giacché prima di cominciare il mio discorso dovrò, questa volta, dare fondo alla mia conoscenza delle lingue. I love you, je t’aime, ich liebe dich, te quiero, ti amo, bordo. Anzi, no: TI AMO, BORDO. Ovverosia: ti amo, Bordo. E qui, Bordo, adesso l’avrete capito, non è un semplice sostantivo, ma il nome del segretario regionale della Quercia, il quale ha avuto il coraggio di dire subito e senza circonlocuzioni che il sindaco del centrosinistra di Brindisi, inquisito dalla magistratura, “deve dimettersi e consentire che a Brindisi possano essere celebrate elezioni prima della scadenza naturale del mandato. Se il sindaco non dovesse essere dello stesso parere raccoglieremo le firme necessarie per sciogliere l’assemblea”.
Ma non solo questo ha detto Bordo. Egli ha aggiunto: “Ci sono fenomeni di degenerazione che abbiamo il dovere di contrastare. È la ragione per cui la questione morale sarà uno dei nostri punti di forza, per evitare operazioni clientelari e poco trasparenti”.
Amici lettori, queste non sono parole, ma miele per le orecchie, fresco bucato di casa, odore di pulito. Vi prego, avvertite tutti i vecchi giovani, i cittadini onesti, coloro che si sono allontanati dai partiti, perché stufi di sentirsi accusati di “moralismo”, ogniqualvolta sollevavano la questione morale, oppure osavano contrastare le assunzioni fatte per alzata di mano, direttivi e congressi condizionati da attese di posti e favori.
Richiamate l’attenzione di chi ha abbandonato il più grande partito della sinistra, e la vita politica, quando fu ridicolizzata e sconfitta l’asserzione berlingueriana che la questione morale era la più importante questione politica, la questione di tutte le questioni, capace d’inquinare, se non risolta, la stessa vita democratica del Paese.
Ora che il fango è sotto gli occhi di tutti ed i fatti dimostrano che nulla è mutato, volentieri ascoltiamo le parole pronunciate dal segretario della Quercia, ma con la speranza che abbia anche la forza di farle stampare, a lettere di fuoco, dentro le sezioni del proprio partito, dove ancora tanti ritengono che la politica possa fare a meno dell’etica, e la moralità nella vita pubblica non si addica agli uomini politici, ma è questione di cui lasciar parlare gli sciocchi.